Cos’è veramente la crescita? Come puoi conoscerti meglio per poi educare in maniera più semplice, diventando consapevole di processi che sono spesso inconsci?
Oggi voglio parlarti di come vivere nel modo migliore il tuo ruolo di genitore, permettendo a tuo figlio di vivere al meglio possibile la sua vita.
Conoscere meglio la tua personalità ti permetterà di capire maggiormente i comportamenti di tuo figlio e ti aiuterà, se seguirai i prossimi punti, a diminuire notevolmente i conflitti.
Come al solito non ho l’obiettivo di insegnarti qualcosa, voglio solo portarti degli spunti di RIFLESSIONE. E’ ovvio che queste cose funzionano, ma poi sta a te mettere in pratica.
E farò tutto questo attraverso dei semplici esempi, basati su una teoria psicologica ormai conosciuta da anni ma che fin troppo spesso viene tralasciata: l’Analisi Transazionale. Ovviamente non ti spiegherò tutta la teoria, ma ne prenderò solo alcuni spunti, sia perché è molto elaborata e dettagliata, sia perché esistono numerosi libri tra cui puoi scegliere per approfondirla (e ne vale la pena!).
L’ANALISI TRANSAZIONALE (teoria psicologica creata negli anni ’50 da Eric Berne) ha verificato che nella personalità umana esistono tre differenti stadi, che per semplicità possiamo chiamare “caratteristiche”:
- BAMBINO
- ADULTO
- GENITORE
Questi stadi non sono legati all’età ma, come detto prima, sono legati a caratteristiche della personalità. Ad esempio un bambino può manifestare la caratteristica del genitore e viceversa.
Mi raccomando: non esistono stati buoni o cattivi, esistono semplicemente delle caratteristiche e, soprattutto, abbiamo bisogno di tutti e tre questi aspetti per essere in equilibrio!
Andiamo ora a vedere stadio per stadio le rispettive caratteristiche.
BAMBINO: ogni essere umano ha dentro di sé lo stadio del bambino . Il bambino è quella parte di noi che desidera e vuole tutto e subito; ma anche che “si butta”, non ha giudizio – e non si giudica- e, fondamentalmente, si diverte. Quindi in questo stato le risposte sono in buona parte emotive. “Viviamo” questo stadio quando usiamo parole come “ci provo”, “voglio” oppure quando abbassiamo la testa, ridiamo a crepapelle (insomma, quando viviamo in libertà).
ADULTO: è lo stadio in cui tendiamo ad analizzare tutto quello che capita. In questo stato si usa molto la razionalità: si raccolgono le informazioni e poi si valutano, prendendo in esame i pro e i contro. Diciamo che è uno stato in cui predomina l’equilibrio e, infatti, si trova in mezzo agli altri due.
GENITORE: questo stato lo sviluppiamo fin da piccoli quando assimiliamo i comportamenti e gli atteggiamenti dei nostri genitori. Attenzione però: questo è esattamente lo stato che inconsciamente ogni genitore mette in atto con i propri figli, ovvero replica i comportamenti che ha imparato fin da piccolo. Se si vive costantemente in questo stato si può dar vita a numerose difficoltà relazionali, visto che i tratti distintivi sono l’essere “giudici”, usare parole come “devi”, “sempre” “obbligo”. Nello stato del genitore non sbagliamo mai, quindi non accettiamo nemmeno la critica. E’ di gran lunga il più comodo, anche perché ci si può nascondere dietro la frase “sono fatto così”. Infatti in questo stato si tende a replicare qualcosa che si è imparato molti anni prima.
Ognuno di quegli stati si ri-suddivide ulteriormente e ci dà l’idea più profonda di quali siano i tratti della nostra personalità.
Voglio vederli assieme a te, ricordandoti che in questa nuova suddivisione vedremo dei comportamenti sia positivi che negativi che vengono messi in atto.
L’unico stato che non ha ulteriori sfaccettature è quello dell’adulto, da cui partiremo.
L’ADULTO ha come aspetti positivi:
- Muoversi per raggiungere risultati;
- Ragionare per obiettivi;
- Raccogliere informazioni prima di parlare o fare azioni;
- Riflettere in maniera approfondita;
- Cercare di essere lucido e oggettivo.
D’altro canto avere come focus i risultati può avere anche alcuni aspetti negativi, come ad esempio:
- Fare di tutto per raggiungere gli obiettivi;
- Riflettere troppo prima di fare;
- Non tenere troppo conto dei sentimenti;
- Analizzare i comportamenti degli altri per giustificare i propri.
Lo stato del GENITORE, invece si divide in due sottocategorie (il genitore CRITICO/NORMATIVO e il genitore PROTETTIVO), ognuna delle quali ha caratteristiche diverse.
Il genitore Protettivo ha come aspetti positivi:
- Essere amorevole e d’aiuto;
- Tollerante anche verso le differenze;
- Proteggere gli altri.
Gli aspetti negativi sono, allo stesso tempo:
- Logorarsi per aiutare gli altri e dimenticare sé stesso;
- Fare le cose al posto degli altri (ad esempio i compiti per i figli);
- Proteggere e dare aiuto anche senza che sia richiesto.
Il genitore Critico/Normativo ha come aspetti positivi:
- Tendenza a far rispettare le regole in modo fermo;
- Porre regole per proteggere la vita degli altri.
La parte negativa della faccenda invece è questa:
- Tendenza ad avere pregiudizi;
- Facilità a criticare fino ad arrivare alla minaccia, anche fisica;
- Repressione della libertà.
Andiamo a vedere ora le 4 caratteristiche dello stato del bambino (NATURALE, CREATIVO, ADATTATO SOTTOMESSO E ADATTATO RIBELLE).
Punti positivi del BAMBINO ADATTATO SOTTOMESSO:
- Non ha complessi;
- Rispetta gli altri e le regole.
Punti negativi:
- Può essere confuso, timido, fin troppo prudente;
- Può non fare le cose per paura di essere criticato.
Punti positivi del BAMBINO ADATTATO RIBELLE:
- Reagisce se le regole sono poste in modo duro;
- Risponde se aggredito;
- Non accetta le regole, ma solo quelle che lo fanno sentire in pericolo.
Punti negativi:
- Tende a sfidare;
- Spesso si trova in mezzo a conflitti;
- Può avere reazioni esagerate.
Il BAMBINO CREATIVO invece, ha di positivo il fatto che:
- E’ curioso;
- Ha voglia di imparare;
- Ha intuizioni;
- Immagina tantissimo;
- Esce con facilità dagli schemi classici.
Di contro di negativo può succedere che:
- Inventi bugie;
- Si distragga facilmente;
- Può inventare situazioni che non esistono realmente.
Veniamo ora al BAMBINO NATURALE, che ha come aspetti positivi il fatto che ride, sta bene da solo e anche con gli altri e non ha complessi. L’aspetto negativo è che tutto quello che ha di positivo lo fa anche non considerando cosa vogliono gli altri.
Ora, quello che mi auguro che tu faccia è pensare a queste categorie come uno spunto ulteriore per conoscerti ed è obbligatorio – altrimenti ti “sgrido”!- che questo non sia invece uno stimolo a creare ulteriori etichette (come se non bastassero quelle che ci sono).
Ho scritto questo articolo, questa volta un po’ più tecnico degli altri, per darti un piccolo strumento di autovalutazione di come sei tu, non per propinarlo a tuo figlio. Ti servirà per capire quali possono essere alcuni tuoi schemi di ragionamento e potrà velocizzare la comprensione di alcune dinamiche che noti in tuo figlio.
Prova a immaginare quanto può essere più semplice indossare gli abiti dell’adulto in fase di analisi, per poi entrare nella parte bella del genitore e permettere poi a tuo figlio di esprimersi naturalmente per quello che è.
Allenati ad osservare, allenati a sbagliare e a sbagliare però facendo errori nuovi; stupisciti a vedere quanto le cose cambino in poco tempo quando ci si crede davvero. E cogli tuo figlio di sorpresa facendogli notare qualcosa di bello che ha fatto.
Allenati a evitare comportamenti automatici, ma trova strade diverse per crescere assieme a tuo figlio.
E visto che mi piace pensare che il futuro dei ragazzi dipenda anche da genitori più solidi, vieni a vedere cosa abbiamo pensato per te e tuo figlio: SCOPRI CON QUESTI 4 VIDEO COSA FARE CON TUO FIGLIO
E ricorda che “I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.” – Antoine de Saint-Exupéry
A presto!