Ramona, Stefania e Roberta sono solo tre dei genitori dei 1500 ragazzi che abbiamo aiutato ad uscire da una gabbia fatta di confusione, risorse economiche disperse in modo vano, percorsi confusi deleteri per genitori e bambini, clima familiare compromesso.
Queste mamme hanno iniziato proprio dal nostro libro a capire come disinnescare la bomba che tenevano tra le mani e come trasformarla, da un ordigno pericolo e letale, in meravigliosi fuochi di artificio che illuminano a giorno la notte più buia.
Stiamo parlando di storie tutte diverse l’una dall’altra e che hanno trovato una nuova chiave di lettura con percorsi personalizzati ed incentrati sulle risorse e le peculiarità di ogni bambino/ragazzo.
La dislessia è ancora poco conosciuta nell’ambito scolastico e crea enormi disagi ai ragazzi con questa caratteristica.
Questo libro sarà la tua spalla destra con la quale scoprirai come trasformare la dislessia in un vantaggio e far vivere tuo figlio più serenamente all’interno di una società senza pietà.
Avrai accesso ad un punto di vista sulle difficoltà di tuo figlio quanto più possibile concreto e veritiero grazie alla nostra Valentina Conte.
Valentina, in prima persona, quando ha scoperto di essere dislessica, ha dovuto trovare il modo giusto per studiare – riuscendoci brillantemente essendo oggi laureata in Psicologia dell’Educazione – e ha fatto della sua personale storia di difficoltà la più grande motivazione per aiutare i bambini e i ragazzi a raggiungere la consapevolezza delle proprie capacità.
Poi farai tesoro della determinazione di Paola Saba che ha avviato questo progetto per “cantarne quattro” alla sua professoressa di Matematica che, all’esame di terza media, tentò di radere al suolo tutti i suoi sogni con un “Il tuo esame è stato vergognoso come tutta la tua carriera scolastica, è il caso che tu faccia un professionale perché non sei assolutamente in grado di continuare gli studi”.
Paola invece, di tutta risposta, ha frequentato il liceo scientifico, si è laureata sia in Psicologia che in Lettere e ha fatto delle difficoltà di apprendimento il suo più importante ambito di ricerca.
Capirai grazie ad Alessandro Rocco, che si occupa da più di quindici anni, in aula e individualmente, di tutto quello che accompagna le difficoltà di apprendimento, come gestire i rapporti tra genitori e figli, i conflitti scuola-famiglia, l’ansia da “compiti per casa” e da prestazione e come impostare un metodo di studio.
E se tutto questo non bastasse, Alessandro ti mostrerà concretamente quanto le tue azioni e il tuo ruolo segnino profondamente la vita di tuo figlio e come impostare in maniera positiva l’interazione con lui.
Un genitore che vuole l’attenzione e la disponibilità del proprio figlio non può non partire dal dare l’esempio e dal mettersi in gioco approfondendo la conoscenza degli strumenti di cui può usufruire per trarre il meglio dalla situazione che sta vivendo.
La prima reazione appena hai letto il titolo del nostro libro “di punta” è stata sicuramente di shock e perplessità!
Proprio non riesci a capire come si possa “celebrare” le difficoltà scolastiche con cui forse combatti faticosamente ogni giorno nella tua quotidianità.
Che tu viva o meno queste situazioni esasperanti probabilmente la ragione profonda del tuo senso di oppressione è la paura di non essere all’altezza nella gestione delle difficoltà di tuo figlio.
Non disperare, perché abbiamo scritto questo libro proprio per te e per tutte le persone che ogni giorno vivono la dislessia come una “malattia insormontabile” che sarai in grado di dare a tuo figlio.
Ed è proprio qui il fulcro del nostro progetto!
Avere una conoscenza capillare di queste difficoltà ci ha permesso di capire che la dislessia non deve essere vissuta come una “piaga” da cui è impossibile guarire e che, prima di andare a lavorare sul miglioramento di una delle situazioni descritte, è estremamente importante capire in che modo possiamo “seminare” su questo particolare “campo” inaridito da condizioni non favorevoli.
Il nostro obiettivo primario è far emergere le qualità di ogni bambino, prerequisito indispensabile per fargli esprimere il suo pieno potenziale e lavorare su quello che la maggior parte del mondo lì fuori definisce “problema insormontabile”.
Soprattutto è un dovere far emergere queste capacità perché spesso vengono insabbiate a causa dell’ignoranza di chi insegna e dall’incapacità dei genitori di gestire le diverse situazioni che si palesano.
Noi di “W LA DISLESSIA!” siamo qui per mostrarti tutte le opportunità, le possibilità e le strade che tu e tuo figlio avete davanti ma che, al momento, non riuscite a vedere a causa di una nebbia fitta di paura, pessimismo, disinformazione e sfiducia.
Come dice lo stesso Pennac “Se anche possiamo guarire dalla somaraggine, le ferite che essa ci ha inflitto non rimarginano del tutto.” Molti “somari” si perdono irrimediabilmente.
La madre di Pennac pensava che il figlio fosse destinato proprio a questo: non combinare niente di buono nella vita a causa dei suoi pessimi risultati scolastici.
E invece Daniel Pennac ce l’ha fatta, anche grazie all’aiuto di tre insegnanti che hanno creduto in lui e nelle sue potenzialità. Naturalmente auguriamo ai vostri figli di incontrare tanti insegnanti come quelli di Pennac, ma ricordatevi che i migliori alleati che un ragazzo dislessico possa avere sono prima di tutto i suoi genitori.
E’ chiaro che la scuola spesso si rivela incapace di favorire e la crescita e il percorso di auto-consapevolezza dei ragazzi. Piuttosto che puntare ad un reale apprendimento, con tempi e modi diversi per ognuno, si accontenta di un superficiale “imparamento”. Sappiamo che questa parola non esiste, ma rende bene l’idea di qualcosa che vuole a tutti i costi essere insegnato a qualcuno che non è pronto per farla sua. E’ come un adesivo che non appiccica più e che vorremmo a tutti i costi tenere attaccato.
Inoltre, sebbene la scuola non sia stata consapevolmente progettata come luogo di sofferenza e persecuzione, può diventare tale per quei ragazzi che, come Pennac, hanno uno stile di pensiero diverso da quelli “contemplati dalla scuola”.
L’unico incantesimo che puoi fare e che ti farà fare un enorme balzo in avanti nel percorso tuo e del tuo bambino è l’accettazione profonda e il rispetto della persona che hai davanti, nella sua meravigliosa complessità e, allo stesso tempo, incredibile semplicità.
“Se vogliamo che i nostri figli stiano bene con loro stessi, dobbiamo aiutarli. Se desideriamo siano sicuri di loro stessi, dobbiamo smettere di controllarli con la paura. Se ci aspettiamo che rispettino gli altri, dimostriamo loro il rispetto che meritano. I bambini imparano dall’esempio.”
John Gray
Questo è un libro che vogliamo sia fruibile per qualsiasi genitore, da cui un genitore possa trarre strategie ed insegnamenti utili nella sua quotidianità e che gli permetta di aiutare suo figlio nel complesso mondo della scuola.
L’apprendimento dovrebbe, infatti, tenere conto della diversità delle persone e delle modalità che ogni ragazzo usa per imparare.
Abbiamo usato il condizionale “dovrebbe” perché, purtroppo, nella realtà l’esperienza scolastica ci porta ancora a credere che esistano dei modi di pensare convenzionali migliori rispetto ad altri e i programmi scolastici tendono a prediligere gli stili di intelligenza verbale, logico-matematica e visuo-spaziale ai danni di altri stili di pensiero, o intelligenze; così alcuni ragazzi non possono avvicinarsi all’apprendimento con i loro ritmi e stili, e collezionano frustrazioni e delusioni.
Un giorno la maestra assegna un compito per casa: imparare a memoria una poesia.
Alice è una bambina dislessica: in virtù della diagnosi, Alice dovrebbe essere dispensata da compiti troppo lunghi. Anche lei, come i compagni, deve imparare a memoria la poesia assegnata dalla maestra, ma per lei il compito è stato alleggerito: deve imparare solo le prime quindici righe.
Alice è comunque spaventata: imparare a memoria non è mai stato il suo forte!
A casa cerca di rimandare il momento del compito finché, trascinata a forza dalla mamma, Alice apre il libro e si trova davanti la poesia.
Inizia a leggere la prima riga; ripete le prime tre parole e, quando le sembra di ricordarle, passa alle successive tre. Il lavoro prosegue così anche per la seconda riga, ma, imparata la seconda, la prima è già stata dimenticata.
“Riprova! – dice la mamma – leggi e ripeti la prima strofa, poi vai avanti.”
Così, tra leggi, ripeti e aggiungi un pezzo, il tempo passa e in un attimo arriva la sera. Preoccupata, stanca, spaventata per la prova del giorno dopo, Alice va a cena, sperando che la campanella di fine scuola l’indomani suoni il prima possibile.
La nostra è una storia di ordinaria dislessia.
Edoardo, è, per fortuna, un ragazzo socievole e grazie al nuoto ha delle passioni e degli amici, ma con la scuola era un altro mondo, un buco nero che sembrava inghiottirci.
Per le maestre era un bambino intelligente e vivace, ma senza alcuna voglia di impegnarsi, disordinato e distratto. Per i professori era da bocciare già in prima media: il ragazzo non aveva voglia di far niente.
Io ero severa e pretendevo che il suo impegno nei compiti a casa fosse al top.
Risultato?
In cinque anni (già alle elementari) avevo completamente rovinato il mio rapporto con lui e quando poi gli ormoni dell’adolescenza avevano fatto la loro apparizione, il ragazzino si era ribellato ed il solo sapermi nella stanza con lui era una guerra.
Ma i compiti li doveva fare, e con me in cucina e lui in cameretta erano litanie e litigi a non finire. A dirla tutta non mi sarei sopportata nemmeno io.
Noia, tristezza, autostima sotto le scarpe, la scuola era il nemico, i compiti a casa una tortura.
Poi la diagnosi tardiva che lo ha salvato da una bocciatura ormai data per certa.
La consapevolezza di essere dislessico è arrivata lentamente. In un primo momento era una cosa che lo infastidiva, poi ne ha anche approfittato un po’. Con la scuola c’è stato un miglioramento che lo ha portato alla terza media con un risultato discreto, visti i precedenti. I compiti, però, sempre una guerra.
Lo scorso anno, con la prima superiore, tutte le lacune di una mancanza di metodo di studio, a scuola e a casa, si sono affacciate prepotentemente nella nostra vita.
A dicembre era già un disastro e la pagella del primo quadrimestre una realtà da incubo: ben 7 materie sotto. Lo ammetto, non ero davvero capace di lasciarlo andare alla deriva come molti mi consigliavano (frase tipica “vedrai che cresce”). Mi sentivo e mi sento ancora in colpa.
Come siamo arrivati al centro W LA DISLESSIA! non importa, ci siamo arrivati… per fortuna!
Quando abbiamo avuto il primo colloquio, noi genitori siamo stati tenuti ai margini di una conversazione che coinvolgeva Lui a 360 gradi.
Lui era il centro del mondo e finalmente qualcuno parlava il suo linguaggio con competenza, dolcezza e senza forzature.
“W LA DISLESSIA!” ti insegnerà a valorizzare tuo figlio per permettergli di far emergere il suo valore, allontanandolo da una vita di insoddisfazioni e strappando una volta per tutte l’etichetta di “incapace” che troppo spesso gli viene data da persone insensibili, ignoranti e sprovvedute.
E voi cosa desiderate di più:
che vostro figlio abbia bei voti a scuola o che abbia successo nella vita ovvero riesca ad esprimere le proprie qualità per far succedere delle cose ed essere soddisfatti di sé tenendosi alla larga dalla pericolosa trappola dell’alibi “tanto io non ce la posso fare perché sono dislessico”?
“Con i Lego costruivo gru capaci di sollevare anche 10 kg. Arrivai perfino a realizzare una tabellina per lo studio dei contrappesi. Con W LA DISLESSIA! ho capito che questo non era solo una cosa di poco conto, un semplice gioco inutile. Con W LA DISLESSIA! ho iniziato a riconoscere i miei punti di forza, le mie abilità con il computer o la mia capacità di progettare e realizzare costruzioni complesse.”
Roberto
“Per la dislessia ho sempre dovuto lavorare il doppio rispetto agli altri, è stato un ottimo esercizio che mi è tornato utile poi in età adulta. Guardando il mio passato mi rendo conto che la mia determinazione mi ha permesso di vincere numerose battaglie.
Ad esempio, quando devo sostenere un’audizione sono sempre super-preparato. Per ottenere il ruolo di Legolas ne Il signore degli anelli ho letto e riletto la sceneggiatura per essere sicuro ed entrare nella parte. In un certo senso, sono grato alla dislessia”.
Orlando Bloom
“Mio padre mi diceva che io sbagliavo sempre e, guarda caso, proprio quando lui mi stava vicino non riuscivo mai a fare niente di buono…
Alle medie facevo orienteering e con la mia squadra avevamo anche vinto dei premi. Un giorno prima di una gara importante mia madre mi disse: “Ma tu che sei dislessico non dovresti essere capace di fare orienteering. Sebbene i fatti smentissero le sue supposizioni, le parole di mia madre risuonarono nella mia mente per tutta la gara influenzandone poi il risultato.
Non dite ai vostri figli che non sono capaci! Ditegli piuttosto in cosa sono capaci e in cosa possono migliorare”.
Roberto, 19 anni
In questo momento è come se tuo figlio stesse camminando sull’orlo di un burrone e tutto quello che sta vivendo, dentro e fuori le mura scolastiche, lo spingono costantemente verso il vuoto.
La tua massima aspirazione dovrebbe essere tendergli una mano salda che gli permetta di restare ancorato a terra, con il sorriso di chi, seppur non compreso dai più, ha te dalla sua parte che sai quanto vale e come valorizzare le sue risorse e, forte di questo, non perderà mai la propria identità e l’amore per se stesso.
Ma per riuscire in questo incredibile compito non puoi “giocare” da solo e con schemi antiquati e privi della personalizzazione necessaria a combaciare perfettamente con l’intelligenza di tuo figlio.
Hai bisogno di una squadra di persone che ti aiuti a lavorare sul metodo, sulla motivazione e sull’autostima, in maniera trasversale, con tecniche che hanno preso il meglio dai metodi già noti al mondo della Dislessia e ne hanno estrapolato una strategia più efficace ed attenta all’essere umano più che alle “abilità” da acquisire.
Frequento il centro W LA DISLESSIA! da qualche anno perché ho due figlie, Ilenia e Micol, entrambe con diagnosi di D.S.A.
Le mie figlie sono speciali, ma abbiamo avuto la fortuna di incontrare nella nostra vita altre persone speciali, che ci hanno indicato la giusta via e hanno dato risposta a domande, dubbi e paure, portandoci a ottenere risultati straordinari.
Il gruppo di W LA DISLESSIA! è una delle cose più belle che sono entrate nella mia vita e in quella della mia famiglia.
Michela, mamma di Ilenia e Micol
“Ho frequentato il liceo scientifico e sono riuscita a diplomarmi senza avere alcuna idea del programma di filosofia. Ricordo che ad ogni lezione, prendevo posto sul banco armata delle migliori intenzioni. Oggi sto attenta e prendo appunti, mi ripetevo, oggi non mi faccio distrarre.
Poi l’insegnante iniziava a parlare, e il suo tono di voce era così lento che il tempo stesso iniziava a rallentare e tutto diventava ovattato. Le parole perdevano di significato e lei camminava su e giù per la classe con la stessa velocità di quello che ripeteva. Dopo pochi istanti, la mia mente iniziava a vagare. La sofferenza che provavo cercando di star dietro alle sue parole era così grande che cercavo in ogni modo qualcosa che mi distraesse: scarabocchiare qualcosa, giocare con il vicino di banco, fare la treccia alla compagna seduta di fronte a me.
Dopo il diploma ho sostenuto degli esami di filosofia all’università. Sono rimasta scioccata quando, studiando da sola, ho scoperto quanto fosse meravigliosa questa materia e il messaggio che porta. Ora, raccontare la filosofia ai ragazzi con cui lavoro è una delle cose che amo di più. Quante cose mi sono persa in quegli anni!”
Paola Saba – Co-Fondatrice di W La Dislessia
Scopri come puoi avere un aiuto concreto per affrontare la vita di tutti i giorni, risolvere i problemi con la scuola e aiutare tuo figlio a liberarsi da una vita di frustrazioni grazie a W LA DISLESSIA!
AllenaMente
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