SCOPRI COME PUOI FAR STUDIARE TUO FIGLIO ANCHE D’ESTATE E SENZA LITIGARE

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Lo so, sembra un obiettivo irraggiungibile, quasi un sogno, ma ho deciso che voglio darti degli stimoli per sopravvivere all’estate senza uccidere tuo figlio e senza flagellarti perché non sai come motivarlo a studiare.

Ti scrivo da Vienna, dove sto seguendo un corso molto interessante in cui si alternano anche alcuni ospiti stranieri che hanno fatto la storia della scrittura e di come comunicare idee alle persone.

Così sto anche approfittando per migliorare il mio Inglese, cercando di seguire il più possibile in lingua originale gli interventi.

Ecco questo è già il primo spunto per te.

Se vuoi che tuo figlio impari a studiare una lingua straniera devi fare in modo che crei una necessità.

Io mi sto costringendo a parlare inglese. Con i tassisti. Con gli stewart. Con le hostess. Con i baristi. Al corso. Mi sto impegnando a creare al mio cervello l’esigenza di parlare e vivere in Inglese. E’ chiaro che in certi momenti è impegnativo, ma è l’unica strada per fare pratica.

E’ assolutamente normale che potrei puntare a farmi capire in ogni caso in Italiano o parlando l’intramontabile lingua dei gesti o usando frasi improbabili come Totò con il suo “noio volevon savuar l’indiriss” a Milano nel suo famoso film “Totò, Peppino e… la Malafemmina”.

A volte bisogna fare qualcosa di più complesso per costringere il cervello a trovare strade nuove.

Allo stesso modo puoi costringere tuo figlio a fare dannatissimi e pesanti e ripetitivi esercizi di grammatica inglese oppure creare un’esigenza che lo “costringa” ad usarlo.

Può essere una vacanza studio in un posto sperduto dell’Inghilterra lontano da Italiani, oppure una serie di film in lingua straniera. Basta che non ti focalizzi solo sui compiti e le cose ordinarie da fare.

Se vuoi che lavori in maniera diversa devi uscire dall’ordinario.

Lo stesso può valere per la storia, per la cultura.

Una delle cose che mi viene maggiormente chiesta è avere delle strategie, dei trucchetti per appassionare i ragazzi allo studio.

La prima risposta è che non è detto che tuo figlio si appassioni allo studio. Non è scontato.

Ma se vuoi fargli vivere un’esperienza tridimensionale un buon modo è quello di visitare qualche museo o qualche città d’arte.

Mentre ti scrivo sono affacciato sul balcone dell’appartamento dove risiedo e mi basta girare lo sguardo alla mia destra per vedere dei monumenti bellissimi. Mi basta scendere e fare due passi per ritrovarmi in un posto splendido. E non parlo solo di bellezza.

Vienna è una città oggettivamente bella, ma se ami la storia (ed io la amo tanto) non puoi che innamorarti dei palazzi, dei castelli e dei monumenti che ti circondano ad ogni angolo della città.

Purtroppo storia è una materia sterile se non ha pratica, eppure è così affascinante sapere che prima di me altri esseri umani hanno fatto cose così impensabili.

Vedere i monumenti o i luoghi dove si è fatta la storia può far vivere a tuo figlio l’idea che la storia sia reale.

Avrai sentito certamente parlare del congresso di Vienna no?

Ma sì, quella cosa che è successa nel 1815 in cui tutti i potenti del mondo si sono riuniti in questa città per bloccare definitivamente Napoleone e la Francia.

Beh vuoi mettere leggerlo su un libro e basta rispetto a leggerlo e camminare sulle strade e sui colonnati dove passavano le carrozze del tempo? Qui lo puoi fare!

Ma lo stesso capita anche in Italia se vai nelle alpi in Veneto, dove puoi trovare ancora le trincee della prima guerra mondiale o anche dei resti della seconda.

Trova il modo di dare concretezza all’apprendimento di tuo figlio e vedrai che ti stupirà per la quantità di informazioni che riuscirà a ricordarsi senza averle studiate.

Vuoi fare un viaggio nella cultura? Puoi andare a Gardone Riviera, sul Lago di Garda, a visitare la casa di D’Annunzio: un museo regalato all’Italia dal poeta di Pescara.

E Vale anche per le scienze con i musei delle scienze.

Vale per la geografia.

Vale in generale per tutto quello che si impara.

Chiaro che non devi andare per forza a visitare una capitale e viaggiare, puoi trovare luoghi anche vicini a casa tua.

Vivi cose pratiche e tuo figlio potrà capire che non ci sono solo i libri per imparare.

Ecco per me apprendere è anche stupore di vedere dal vivo quello che sembra solo scritto su un libro.

Lo so che mentre stai leggendo queste righe sei alle prese con un sentimento strano e con delle sensazioni particolari.

Una parte di te sta dicendo “magari ci fosse la possibilità di fare tutte queste cose”, un’altra parte starà pensando “sì, ma poi alla fine chi glieli fa fare tutti i compiti che gli hanno dato a scuola?”.

Ti comprendo. E’ un problema vivere con la paura di non riuscire ed è un problema ancora maggiore vedere che i giorni di vacanza stanno passando e tuo figlio non sta facendo nulla (a proposito guardati questo mio video su youtube in cui parlo esattamente di questo: SEI SEMPRE LI’ A FARE NULLA), ma non puoi nemmeno passare l’estate a flagellarti perché non fa, perché perde tempo, eccetera.

Ricorda che tra un paio di mesi ricomincia la scuola ed il tempo che non hai investito in estate per fare qualcosa di diverso, poi non ci sarà più.

Ti ripeto che ti capisco. I compiti sono tanti e sono spesso noiosi, altre volte sono inutili. Di sicuro sono un peso non indifferente che grava sulle tue giornate e quelle di tuo figlio.

Ma devi scegliere!

Puoi dedicarti solo al compito e a lamentarti che non c’è mai tempo per fare altro o… Organizzare in questo periodo dei momenti in cui puoi stare con tuo figlio, con la tua famiglia senza troppi pensieri.

Pensaci.

Se tuo figlio vivesse con te delle esperienze di apprendimento dal vivo, non sarebbe più facile trovare un legame con lui?

Gli faresti vedere che la scuola è solo una parte del mondo, importante, ma solo una parte.

Smettila di sacrificare le tue giornate all’inseguimento dei compiti.

Trova dei momenti di svago.

E usa l’estate come un momento di prova.

Puoi usare questo periodo per dargli la possibilità di autogestirsi e verificare solo ogni settimana come sta andando il lavoro dei compiti e dello studio.

Se replichi lo stesso schema che capita durante la scuola non ne salti fuori!

Alessandro è ora di fare i compiti!

Che vuoi che pensi tuo figlio se non “CHE PALLE!”?

Poi la tira lunga.

Poi scappa.

Poi evade.

Poi lo prendi.

Poi sbuffa.

Poi ti incazzi.

Poi si arrabbia.

Poi si mette a fare i compiti tra le lacrime.

Poi finisce.

E il giorno dopo si riparte.

Perché non approfitti di questi giorni senza compiti per il giorno dopo per aiutarlo ad organizzarsi da solo lo studio?

Ti faccio un esempio.

Ipotizza che ci siano 100 esercizi di matematica da fare e ci sono 100 giorni a disposizione.

Qual è l’obiettivo? Che tra 100 giorni siano finiti!

Aiutalo a capire che può farne 3 al giorno e decidi assieme a lui, anche con una tabella, i 33 giorni in cui li farà (100:3 fa circa 33). A quel punto li mettete a calendario e metti delle scadenze ogni 5/6 giorni in cui verificherai.

Ma lascia che poi si organizzi da solo il tempo. Ricorda che l’obiettivo è esattamente quello di imparare ad essere autonomo in questo caso.

E allora se sommi delle attività pratiche a questa organizzazione, può diventare un’estate diversa dalle altre.

Ma soprattutto ricordati che è fondamentale che il tempo che passate assieme sia di qualità.

Trova il tempo per giocare con lui.

Trova il tempo di condividere delle esperienze.

Insomma fai cose diverse rispetto a quello che succede tra settembre e giugno.

Oggi sentivo parlare Milena, una delle mamme che segue il nostro percorso W LA DISLESSIA A CASA TUA!, e raccontava a me, Paola e Valentina quanto sia cambiato il suo approccio ai compiti da quando ci conosce e ci segue.

Ce ne parlava a voce, ma ha deciso anche di lasciare questa testimonianza sul nostro gruppo su Facebook (https://www.facebook.com/groups/721839084626445/).

Milena è una mamma che si è impegnata ogni giorno, facendo anche scelte impegnative, per il bene del suo ragazzo.

Non è fortunata. Si impegna come una matta ed ha deciso di abbandonare i litigi e le urla per rapportarsi a suo figlio.

Ha fatto dei passi concreti, partendo da una decisione: NON SI E’ ACCONTENTATA!

Lei è partita dal nostro libro W LA DISLESSIA, che puoi trovare ora in ogni libreria.

Tu magari puoi partire da questo articolo.

Oppure puoi approfittare di questi video gratuiti per capire quali errori evitare se si ha un figlio dislessico: COSA FARE SE HO UN FIGLIO DISLESSICO!

Sono una miniera d’oro se saprai farne buon uso.

Non ti fermare.

Continua a crescere.

Dipende da te.

Non esistono genitori fortunati e basta. Esistono persone che decidono di impegnarsi, andando in conto anche a delle brutte figure come capita a me con l’Inglese.

Ma dopo le brutte figure, rimane quello che impari.

“La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzia dell’antichità.” – Marco Tullio Cicerone

A presto!

Alessandro

 

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