Condividi

Ora il primo che mi dice che la matematica è brutta dovrà vedersela con me!

Ebbene sì, sono Psicologa, ma, stranamente, amo la matematica fin dai banchi di scuola perché mi ha dato sempre la possibilità di divertirmi in mezzo a tutti quei numeri, segni e risultati.

Oh magari sono strana io, ma è così per me.

Fatta questa breve premessa vorrei raccontarti una bella storia, che parla di fantasia, di numeri, di divertimento, di piacere…

E’ la storia delle tabelline!

Hai mai sentito nominare Pitagora? Immagino di sì. E so che appena pensi a lui ti verrà in mente quanto ti hanno affannato ed ora affannano tuo figlio con il suo teorema sui triangoli rettangoli.

Ma non ha fatto solo quello.

Un giorno Pitagora scoprì che i numeri facevano delle cose bellissime e si combinavano tra loro in un certo modo: così è nata la Tavola Pitagorica che oggi aleggia nella scuola e nella tua casa come un fantasma persecutore. Ormai tuo figlio se la sognerà anche di notte!

 

Quante volte lo hai visto o sentito dire: ”Io odio le tabelline!”, “Non riesco ad impararle!”, “Non mi entrano in testa!”.

Io sento queste frasi almeno due o tre volte al giorno dai ragazzi che seguo nel mio percorso in W LA DISLESSIA!™ e capisco la frustrazione che provano costantemente.

Prova ad immaginare per un attimo come ti sentiresti a fare una cosa che sembra impossibile e per la quale tutti quelli che ti circondano ti dicono “Ma com’è possibile che non ce la fai?!?!” non mi pare così piacevole o divertente.

(Se vuoi provare vera frustrazione vai a rileggerti questo articolo di Alessandro: https://www.wladislessia.com/basta-mi-arrendo-dammi-tu-la-soluzione/)

Ecco, aumentala per 10 e comprenderai, forse, come si sente un ragazzo che ha delle difficoltà in matematica.

A scuola cosa succede? Nel giro di poche settimane vengono presentate le tabelline di tutti i numeri fino al 10 con la consegna “Imparatele a memoria per la prossima volta!”. Quindi possiamo dire una media di una tabellina ogni 3 forse 4 giorni.

E via al panico! Alla corsa delle mamme e dei papà che freneticamente rincorrono i loro figli in giro per casa dicendo “Dai ripetiamola un’altra volta insieme!” (nella migliore delle ipotesi ovviamente!!!). Persino quando i ragazzi sono seduti sul water a fare le loro cose! Poi ditemi che non devono pensare male di voi.

Poi ci sono i casi disperati come mia sorella che, quando era alle elementari, mi rincorreva per tutta casa implorandomi di interrogarla sulle tabelline, perché sapeva che io ero brava. Pensandoci ora mi viene da riflettere vedendo quanto fosse un trauma per lei, unito ad un gigantesco spreco di energie e tempo.

Ma forse proprio in quei giorni ho iniziato il mio percorso di consapevolezza su quanto un qualcosa di così semplice per me fosse così difficile per gli altri. E forse proprio per questo ora il collegamento matematica-divertimento è tanto importante per me.

Ora mi chiedo, cari insegnanti, ma farle più diluite nel tempo pare brutto?

Dedicare tempo ed energie per farle diventare simpatiche e interessanti queste povere tabelline è così impensabile?

Evidentemente sì, visto quello che mi trovo davanti ogni giorno.

Va bene che le maestre hanno tempi ristretti, va bene che non si riesce in classe a gestire tutti i bambini, va bene che il programma dev’essere hitleriano… va bene…

VA BENE UN TUBO!

Le tabelline sono semplicemente numeri che creano una loro storia, e te la raccontano con una certa regolarità. Possono essere i salti di un gruppo di ranocchie o di canguri, ognuna con un nome diverso: Uno, Due, Tre…

Con tuo figlio, se sei genitore, o con un tuo alunno, se sei insegnante, basta poco per far conoscere le tabelline.

Fallo diventare un gioco, una costruzione. Usa i colori, la fantasia.

Fa che sia il bambino a dirti che cos’è per lui quel numero, che colore ha, che immagine ha nella sua testa. Più ci lavora sopra, più per lui/lei sarà divertente e quindi più semplice da apprendere perché avrà investito una parte di sé su questa cosa.

Dare fiducia è l’atto più grande tu hai il dovere di fare verso un ragazzo che sta imparando. Permette a loro di sentirsi capaci e protetti, di sperimentare senza aver paura di cadere.

Quando dai fiducia a qualcuno, in realtà gli stai dicendo: “So che puoi farcela, e se avrai bisogno sono qui!”.

Vorrei regalarti una bellissima esperienza che ho vissuto con una bambina che seguo in W LA DISLESSIA!™.

Quando Giovanna (nome inventato, ma la storia è vera) è arrivata da noi, la prima cosa che mi ha detto è stata: “A me non piace la matematica, non sono proprio capace, non la capisco!”. La mamma era molto preoccupata perché credeva che la figlia potesse avere delle serie difficoltà, non sapeva cosa fare con la scuola e con i compiti a casa di matematica. Una tragedia insomma questa materia!

Le maestre dicevano che Giovanna era negata per la matematica e non credevano avrebbe potuto farcela ad affrontare le varie attività senza degli strumenti adeguati, quindi serviva assolutamente una certificazione per poterla aiutare (cosa tra l’altro NON vera!). In più la descrivono come una ragazzina chiusa e che non riesce ad esprimersi. Baggianate dico io!

Giovanna è una ragazzina molto timida e molto scrutatrice delle persone. Ti studia come se ti stesse facendo uno scanner. Ma se hai la pazienza di aspettare, lei ti apre la porta del suo mondo e tira fuori un’energia e una solarità pazzesche. Basta darle tempo.

Con lei ho lavorato molto sui numeri e sulla logica.

Abbiamo sperimentato insieme diversi giochi, anche molto difficili all’inizio, ma volevo che lei riuscisse a trovare la sua personale strategia efficace, per arrivare in fondo al gioco e magari vincerlo. Abbiamo lavorato sul fatto che la matematica non è poi così brutta, ma che poteva trovare anche il lato divertente di quello che prima era ormai un “orco cattivo”. Il gran lavoro che lei ha portato avanti sulle tabelline e la fiducia che le è stata data sono armi che Giovanna potrà utilizzare sempre, ormai sono parte di lei.

In fondo il gioco è una delle maniere più facili e veloci per imparare e permette a noi di W LA DISLESSIA!™ di entrare più velocemente in contatto con i ragazzi ed allenarli a tirare fuori i loro punti di forza.

La cosa bella è che non lo facciamo solo con i ragazzi. Basta vedere i risultati che ottengono i genitori del nostro percorso W LA DISLESSIA™A CASA TUA! (scoprilo qui: www.wladislessia.com/acasatua)

E poi, come nelle belle storie in cui si lavora con un senso sai cos’è successo poco tempo fa?

Giovanna ha avuto delle belle soddisfazioni in un compito sulle tabelline e questo, insieme al lavoro fatto, le ha permesso di dedicare due ore del suo pomeriggio a fare i compiti per casa di matematica. Li ha fatti da sola perché sapeva di potercela fare (cosa impensabile quando è arrivata da noi!). Persino la mamma è rimasta stupita ed entusiasta dei progressi della figlia.

Vuoi ancora dirmi che non c’è una piccola possibilità che il tuo bambino riesca ad apprezzare la matematica?

“La matematica è una scienza oscura e astrusa, complicata ed esatta tuttavia coloro che vi hanno raggiunto la perfezione sono tanto numerosi che è possibile dedurne che più o meno chiunque vi si applichi con serietà potrebbe avervi successo.” – Cicerone

Al prossimo numero!

Cristina

 

ARTICOLI CORRELATI