Ora non so se anche tu hai visto la serie Netflix “La casa di carta”, ma di sicuro ne avrai sentito parlare. Magari l’hai schifata, come ho fatto io per un bel po’, ma di sicuro almeno una volta ti sarà arrivata all’orecchio.
Io per mesi, anni non ne ho voluto sapere, ma durante la quarantena ho iniziato a vederla e l’ho finita in pochi giorni, poi ho capito il perché, ma non è il tema di oggi.
Noi ci occupiamo di apprendimento e di difficoltà di apprendimento e di queste voglio parlare in questo articolo!
Questa crisi legata al virus ha portato alla luce un problema strutturale tipicamente italiano:
L’INCAPACITÀ DI PROGRAMMAZIONE!
In generale la nostra storia ci insegna che siamo molto bravi a reagire in emergenza, sia nelle grandi cose che nelle piccole, ma non riusciamo quasi mai a creare dei piani per evitarle le emergenze.
Fondamentalmente la maggior parte delle persone ragiona in maniera REATTIVA e non PROATTIVA.
Prima di affrontare questo tema, torniamo un attimo alla storia.
Tornando indietro di una settantina di anni, l’Italia è stata sicuramente uno dei paesi ad uscire più velocemente dalla crisi determinata dalla seconda guerra mondiale: gli anni ’50 e ’60 sono stati gli anni del “BOOM ECONOMICO”.
Quel fiorire di aziende, di attività, quel fermento non è mai più riapparso da allora.
Situazione di emergenza ——> REAZIONE
Ma ti faccio anche un esempio più “leggero”, parlandoti di Mondiali di calcio.
Le ultime due vittorie della Nazionale Italiana sono state nel 1982 e nel 2006 ed hanno molto in comune.
1982: il calcio italiano usciva dallo scandalo scommesse, la nazionale era considerata scarsa ed era vilipesa da tutti.
Risultato ——> tutti uniti, chiusi a riccio, gruppo granitico e VITTORIA
2006: calcio italiano colpito dallo scandalo calciopoli, federazione commissariata, Nazionale considerata mediocre.
Risultato ——> tutti uniti, chiusi a riccio, gruppo granitico e VITTORIA
Effetto collaterale: il 2006 doveva essere preso come punto di partenza per riformare le cose dal punto di vista politico e pratico nel mondo del calcio. Non è stato fatto e il giocattolo si è presto rotto.
Ora potresti anche dirmi: “Ma cosa cacchio c’entra con mio figlio questa cosa?”
C’entra per il fatto che spesso i genitori corrono ai ripari cercando rimedi e non ci si rende conto che l’apprendimento dei figli è una corsa a tappe, con una pianificazione (che non devi confondere con controllo maniacale) che si inizia fin da piccoli.
E lo stesso vale per la scuola!
Da quanti anni esistono le classi pollaio? Una vita!
Da quanti anni si sa che ci sono delle modalità che non funzionano? Una vita!
Da quanto tempo si dovrebbero migliorare le infrastrutture? Una vita anche qui!
Ma queste cose si fanno e si programmano nel tempo, altrimenti arriva la crisi e spazza via tutto. Ma le scuole cadono a pezzi da tempo, gli insegnanti incapaci esistono da tempo, il problema del sottosviluppo tecnologico esiste da tempo e non si è mai fatto nulla.
La risposta è sempre REATTIVA! Solo che se sei abituato a lavorare in emergenza, quando arriva un’emergenza reale non puoi più gestirla e sei nella… melma!
Il compito della politica dovrebbe essere quello di PRE-VEDERE, ovvero vedere prima i possibili scenari e mettere in atto misure volte a risolvere problemi, anche gravi.
Chiaramente non si poteva prevedere la pandemia, ma la pandemia ha solo accelerato il processo che era in atto da tempo. Ora ci siamo accorti che non si sono mai prese decisioni lucide, ma solo frutto della emotività del momento.
Quando inizi a prevedere, immaginare possibili scenari, allora puoi ragionare in maniera pro-attiva e risolvere l’incombenza del momento nel modo migliore.
Anche perché se reagisci e basta ai problemi, non riesci a razionalizzare e rischi di prendere decisioni avventate e affrettate e non te lo puoi permettere.
Prendi ad esempio come si reagisce ai brutti voti: nella maggior parte dei casi la soluzione è RIPETIZIONI o, visto che fa più figo, TUTOR SPECIALIZZATO.
Funziona? Sì, ma nel breve termine. Se non inizi poi un percorso reale sulle lacune di quella materia il problema si ripropone.
Ecco, questa è la REAZIONE! Immagina un fuoco che si alimenta subito, ma brucia solo paglia. O continui a buttare paglia o si spegne. E siccome buttare paglia di continuo alla lunga stanca, capisci bene perché non puoi vivere in modo sempre reattivo.
Ma per essere PROATTIVI serve essere anche lucidi ed ecco che, finalmente, ricomincio a parlarti della “Casa di carta”.
Un genitore deve avere un piano per i propri figli (piano che devi essere disposto a modificare, perché non puoi mai comprendere a priori le possibili variabili che ci sono nella crescita di una persona).
Quindi attenzione! Non mescolare il progetto, ovvero la tua idea di crescita per tuo figlio, con il modo con cui ci arriverà. Non confondere aspettative con desideri. Il tuo piano basalo sul desiderio e accetta che si possa arrivare a quello con strade diverse.
Mi spiego in parole ancora più semplici: il tuo piano non dovrebbe essere “Voglio vedere mio figlio laureato”, ma “Voglio mettere mio figlio nella condizione di riuscire nella sua vita”.
La prima frase non la puoi controllare, la seconda invece sì. Scollega la tua aspirazione da quello che puoi fare per il bene di tuo figlio.
Ecco, finalmente, perché ci viene in aiuto la “Casa di carta”.
Nella serie Netflix, uno dei protagonisti è Il professore.
Questo personaggio sembra un computer iper programmato. Ha pianificato il colpo alla zecca di stato in ogni minimo dettaglio, partendo da un progetto di molti anni prima.
Non ha solo previsto il successo, ma ha anche previsto numerosi piani B, in caso di insuccesso.
Ha anche immaginato che i suoi collaboratori avrebbero dato di matto. Ma gli servivano anche le emozioni, spesso brutali, degli altri “colleghi”. Perché non si può essere solo testa, ma servono anche le emozioni, come in tutte le cose.
Ma il professore ricopre il ruolo che ogni genitore dovrebbe imparare a ricoprire:
L’ATTENTO OSSERVATORE DALL’ALTO
Se impari ad osservare tuo figlio riesci anche a capire quali sono i suoi punti di forza, esattamente come i punti deboli.
E allora capisci che l’impeto di Tokyo (altra protagonista della serie) può essere letale in certi contesti, ma di grande aiuto in altri.
Puoi comprendere che la gentilezza anche eccessiva di Rio può essere una caratteristica positiva, ma anche negativa se questo lo porta a farsi mettere i piedi in testa.
E potrei andare avanti con l’analisi di ognuno dei personaggi per farti capire che se ti metti ad osservare davvero, puoi riuscire a creare un ambiente davvero funzionante per tuo figlio, mettendo in conto che ci potranno essere degli inciampi.
Altra caratteristica dei personaggi della casa di carta:
LA FIDUCIA NEL PIANO
Quando tutte le cose vanno bene, si segue un copione basato sulla fiducia illimitata del piano e di chi l’ha ideato.
Ma come per tutti i piani, il valore dello stesso emerge nelle difficoltà! E nelle difficoltà, nella serie TV, come nella vita, la fiducia vacilla quando iniziano a mancare le sicurezze.
Eppure con tuo figlio dovresti essere fedele al piano, ma soprattutto fidarti di lui, anche quando le cose non sembrano andare per il meglio.
Ogni volta in cui perdi fiducia nelle sue capacità a causa di risultati negativi, gli stai facendo del male.
Questo non significa non sgridarlo o non fargli notare che alcuni comportamenti non funzionano, ma significa continuare a fidarti del fatto che lui (o lei) sia una persona in cui credere.
La fiducia per la persona non deve mutare MAI.
Altro punto fondamentale:
LO STUDIO
Uno degli aspetti fondamentali della Casa di Carta è il fatto che ogni componente ha studiato nel dettaglio la propria parte.
Si sono riuniti per mesi in un castello vicino a Toledo per preparare quello che sarebbe stato il colpo del secolo.
Dei ladri, quindi di base dei delinquenti, studiano e pianificano il colpo.
Vuoi vedere che tu come genitore non puoi prendere del tempo per studiare, per imparare cose nuove, per imparare ad osservare con più efficacia?
Quando ti dico di prendere del tempo per te, intendo anche questo. Prenditi dello spazio in cui ti puoi concentrare solo su altro (ovviamente più complesso se ti ritrovi in casa 24 ore su 24 con i tuoi figli eh).
Quello spazio senza interruzioni è vitale perché puoi imparare delle strategie per poi affrontare i problemi in modo diverso. Lo trovo anche rispettoso nei tuoi confronti, significa non essere sempre a disposizione degli altri.
Ecco che se impari ad osservare, ad avere fiducia e a studiare, allora stai già facendo un lavoro di pianificazione che può funzionare davvero, ma manca un pezzo:
LA GESTIONE DELL’IMPREVISTO
In ogni processo di crescita ci sono degli imprevisti.
La nascita stessa di un figlio dovrebbe farci ragionare sul fatto che ogni momento può nascondere imprevisti.
Ti è mai capitato di prepararti per uscire e zaaaac “popò” o rigurgitata sulla maglia? Certo che sì!
A quel punto cosa fai? Ti cambi, lo cambi e capisci che devi imparare a gestire i tempi con un margine diverso.
Se prima ti bastava un’ora, scopri che devi allungare di mezzora. All’inizio si è spiazzati, ma poi si impara.
Anche l’apprendimento è fatto così: ci possono essere degli imprevisti. Non puoi eliminarli, devi gestirli.
Attraverso la gestione del tuo stato d’animo, attraverso la preparazione, attraverso l’organizzazione.
Ma ricordati anche che…
CI POSSONO ESSERE DEGLI INCIAMPI
La differenza sta nel modo in cui ti li vivi.
Non possono sparire, devi considerare che fanno parte del gioco.
Ultimo aspetto.
SERVE TEMPO
In ogni processo di crescita, la fretta non aiuta mai. Se pensi che puoi lavorare sull’organizzazione in dieci minuti hai già perso, ma soprattutto devi valutare i risultati su base almeno di medio termine.
Ad esempio in questo periodo tuo figlio probabilmente starà perdendo dei pezzi dal punto di vista scolastico, ma 3/4 mesi in una dimensione di 13 anni di scuola non devono influire in nessun modo nella sua crescita.
Per intenderci, sicuramente potranno esserci dei buchi di preparazione, ma vivili come l’inciampo di cui ti parlavo prima, ma inizia ad organizzarti su quello che vuoi che accada da settembre (sperando che dal ministero ci diano una mano).
Se adesso si fa fatica a fargli capire l’importanza della storia, forse si può davvero lavorare senza fretta sul metodo di studio e sull’organizzazione o sul potenziamento selle sue abilità. Tutte cose per cui si trova a fatica il tempo in periodo di verifiche e interrogazioni costanti.
Anche qui serve il tempo per capire davvero cosa fare e come fare. Mai avere fretta!
Se vuoi avere un aiuto per lavorare su questo processo non esitare a chiamarci per fissare una consulenza in cui andremo a vedere con precisione e lucidità quali sono gli strumenti migliori per tuo figlio.
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Ricorda che il senso del lavoro che hai fatto lo scopri non necessariamente giorno per giorno, ma dopo un po’. Dopo aver passato momenti piacevoli ed altri meno.
E a volte serve qualcuno che ti aiuti a vedere la via giusta. Il nostro lavoro è proprio questo!
Se ragioni in modo reattivo ora non funziona, ma puoi iniziare a farlo in modo proattivo per pianificare il vostro personale assalto alla zecca di stato, ovvero l’autonomia e la fiducia nelle sue capacità.
Cercando di essere un po’ il professore, un po’ Tokyo, un po’ Nairobi, un po’ Berlino e così via… (insomma hai capito che ti tocca vedere la serie, che volutamente non spoilero eccessivamente).
L’ultima cosa te la aggiungo io: non perdere mai l’occasione di imparare, qualsiasi sia l’ambito in cui vedi o senti o vivi qualcosa.
“Io devo studiare sodo e preparare me stesso perché prima o poi verrà il mio momento.” – Abraham Lincoln
A presto!
Alessandro