Settimana interessante, questa di inizio Febbraio: sarà il carnevale nell’aria, ma ti sarai accorto che sono usciti numerosi articoli che presentano – e pubblicizzano – il nuovo progetto del Ministero della Salute e dell’Istruzione: e-learning, un’app sulla dislessia e screening ultra precoce per i disturbi della comunicazione.
Voglio dare il beneficio del dubbio alle numerose persone che li hanno condivisi: probabilmente, non li hanno letti; non riesco a pensare ad un altro motivo per cui dovrebbero essere d’accordo.
Ma facciamo un passo indietro e vediamo di che si parla.
L’articolo che più ha interessato il web, e che puoi trovare sulla cronaca del corriere.it, inizia con i soliti dati che provengono da fonti mai citate sugli “oltre due milioni tra neonati, bambini, ragazzi e adulti che soffrono di dislessia” (loro SOFFRONO, e a me che devo leggere queste amenità, chi ci pensa? Non era bastato già l’articolo sull’esorcismo? Clicca qui se te lo sei perso: https://www.wladislessia.com/un-esorcismo-per-liberare-tuo-figlio-dalla-dislessia/).
Poi inizia la presentazione del nuovo pacchetto di inutilità digitale che comprende:
- Uno screening telematico gratuito e personalizzato
- Una «smartapp» per ridurre il ritardo della diagnosi.
- Una piattaforma e-learning per i docenti
Ma vediamo meglio questa fantastica offerta!
Al primo posto uno screening telematico gratuito siore e siori: “Attraverso un portale e un’apposita App, realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’Istituto di Scienze Applicate & Sistemi Intelligenti del CNR, le famiglie potranno effettuare uno screening ultra-precoce dei disturbi della comunicazione.” (tgcom24)
Le famiglie.
Gli stessi genitori che fanno la fila in farmacia per acquistare farmaci che si sono auto-prescritti o che hanno deciso di prescrivere ai figli dopo aver consultato l’enciclopedia medica on line, sono quelli che ora potranno avere facilmente accesso a questo nuovo, meraviglioso, strumento di terrorismo digitale.
Finalmente non dovrai più passare le tue giornate a preoccuparti SOLO di organizzare ogni aspetto della vita di tuo figlio, sostituendoti a lui (so che non è il tuo caso, certo): riordinare la stanza, correggere i compiti, fare lo zaino al posto suo. No! Ora, finalmente, potrai anche controllare se la velocità, l’accuratezza e gli errori che fa sono NELLA NORMA o forse – anzi, sicuramente- c’è qualcosa di cui MI DEVO PREOCCUPARE!
E poco conta quello che dice la maestra, che magari ti chiede di aspettare, perché ogni bambino ha i suoi tempi e per alcuni l’apprendimento può seguire strade diverse… NO!
Perché questa meravigliosa piattaforma web ti permetterà di scoprire se tuo figlio ha disturbi della comunicazione MOOOOLTO PRIMA di arrivare a scuola: già a partire dai 2-3 anni.
E se sei così fortunato da rientrare tra le nostre prime 50 telefonate, fregandocene altamente di anni e anni di studi sull’importanza della relazione e del setting nella somministrazione dei test, ti diamo la possibilità, sempre accedendo alla stessa piattaforma, di effettuare una valutazione a distanza elaborata dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, un eventuale percorso di recupero on line per le difficoltà di lettura e una sessione finale con verifica dell’apprendimento.
La cosa importante, però, è che tu non ti chieda MAI come verrà fatta questa “valutazione a distanza” e ancor meno CHI somministrerà – sempre a distanza – un eventuale percorso di recupero. L’insegnante? Il genitore che rincorrerà il figlio per casa obbligandolo a fare gli esercizi indicati in qualità di psicologo ad interim? (Freud, perdonami) O il bambino stesso, collegandosi al sito forsemicuro.com?
Idiozia 2.0
Ma la nostra offerta non finisce qui!
Come ha tenuto a precisare il nostro Ministro della Salute Beatrice Lorenzin: “il fatto che ci sia una grande attenzione nei confronti della cura di questo grave problema è molto importante”.
E come lo vogliamo CURARE questo GRAVE PROBLEMA, signora Ministro della Salute?
Ma è ovvio: insegnando a genitori, bambini e insegnanti, che nei nostri ragazzi c’è QUALCOSA CHE NON VA e che, ancora una volta, va sistemato, guarito, curato, aggiustato e ripristinato.
E quale miglior modo se non quello di inventarci una bella piattaforma di e-learning che lancerà corsi di formazione per docenti e dirigenti scolastici perché usino sempre di più – e sempre prima – i libri digitali? Così potranno contribuire anche loro a creare, su base nazionale e a reti unificate, una nuova generazione di dislessici resi consapevolmente inabili!
Perché è molto più semplice credere che, in fondo, questa sia l’unica possibilità: continuare a fare quello che si è sempre fatto, aggrappandosi ai computer e ai lettori vocali non come possibilità, ma come unica soluzione.
O crederai forse che l’insegnante che ora ti dà così tanti problemi, che ti dice “sono 20 anni che insegno e il mio metodo ha sempre funzionato così”, cambierà la sua idea e il suo modo di fare grazie alla PIATTAFORMA DIGITALE?! Se hai dei dubbi e non l’hai ancora fatto, leggi questo articolo che ho scritto qualche tempo fa: https://www.wladislessia.com/la-diagnosi-e-lo-strumento-compensativo-di-una-scuola-che-non-funziona/
Fortuna che, come ci ricorda il Ministro: “L’attenzione arriva anche dalle fondazioni, quindi dal privato, che investe parte delle proprie risorse in attività come queste”.
Perché è da qui che nasce questo mirabolante progetto, questa offerta alla Giorgio Mastrota di mountain bike con cambio shimano: dall’improbabile matrimonio tra Giuseppe Recchi, presidente del Gruppo Telecom Italia e L’Aid, Associazione Italiana Dislessia.
Ora: ben venga che, se non ci sono fondi nel pubblico, ci rivolgiamo anche al privato, ben consapevoli che la Fondazione Telecom non ha come primo scopo quello di pensare a noi (ma va bene così).
Ma dal momento in cui i fondi ci sono, che vengano usati per qualcosa che abbia senso, e non per imbastire un palcoscenico digitale dove mettere in scena l’ennesima “televendita” che fa fessi tutti e contento nessuno.
Che li usino per formare gli insegnanti sulla didattica: la didattica in generale, non solo quella per chi lavora con le difficoltà d’apprendimento. Perché se un insegnante fa bene il suo lavoro, usando schemi, mappe, modalità differenti, piantandola con la lezione frontale e le vagonate di compiti per casa, e insegna ai ragazzi a cooperare e a rendersi protagonisti attivi della lezione, allora anche un ragazzo dislessico può trovare il suo spazio per imparare.
Che li usino per rivedere un sistema di insegnamento antiquato e polveroso, insulso e completamente inadatto ad un futuro inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro.
Che li usino per premiare gli insegnanti che meritano e danno un reale contributo alla crescita dei ragazzi, quelli che sanno fare il loro lavoro con passione, coscienza e dedizione.
E, piuttosto, che li mettano a disposizione delle famiglie, che potranno scegliere di lavorare con professionisti competenti che sanno veramente quello che fanno senza dover sempre contare solo sulle proprie risorse.
Io, dal canto mio, voglio vedere quanto dura l’offerta: perché ho la netta sensazione che a Settembre, quando la piattaforma sarà operativa, ci accorgeremo che nella scatola che ci hanno spedito, a parte l’imballaggio e i ringraziamenti per l’ottimo acquisto, non troveremo proprio un bel niente.
“L’istruzione sembra importante finché non incappiamo in stupidi istruiti.” – Nicolás Gómez Dávila
Alla prossima!