…ovvero come relazionarti al meglio con tuo figlio.
Quando leggo in giro “mio figlio è DOP”, “ho due alunni DOP”, credo di essere all’improvviso a un banco di prosciutti e formaggi: non sapevo davvero che anche i ragazzi potessero avere il marchio dell’Unione Europea che riguarda la Denominazione di Origine Protetta.
E invece cavolo non parlano di un settore in cui l’Italia eccelle, ma parlano dell’ennesima etichetta che si appiccica ai ragazzi.
DOP infatti significa DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO:
“Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) è una patologia neuropsichiatrica dell’età evolutiva, caratterizzata da una modalità ricorrente di comportamento negativistico, ostile e di sfida…”
Già mi immagino un genitore che legge una definizione del genere: cosa potrà pensare di suo figlio? “E chissà cosa ne penseranno gli altri?” potrebbe essere il pensiero successivo.
Quante volte capita che siccome hai fretta, hai dei pensieri o una brutta giornata, non ti va il comportamento di qualcun altro? E ti inizia a dare fastidio. Reagisci bene in quel caso?
Siamo spesso noi la miccia di queste situazioni.
E’ chiaro che, di fronte ad una difficoltà del genere, il compito del genitore non sia semplice come una passeggiata in mezzo ai boschi in una giornata fresca e asciutta, ma proprio per questo è fondamentale evitare determinati errori.
Ma per evitarli è fondamentale capire cosa succede con questi bambini.
Prima cosa: SONO ASSOLUTAMENTE NORMALI, NON HANNO UNA MALATTIA!
Anche se ci provano a farvi capire che c’è una patologia, che il lavoro con loro è impossibile, ripeto, a costo di essere noiosa, che sono assolutamente normali, ma hanno delle caratteristiche che li rendono particolarmente impegnativi.
- Fanno molta fatica a rispettare le regole;
- Facilmente litigano con i compagni di classe e gli amici;
- Tendono a sfidare le richieste degli adulti;
- Se contraddetti spesso si arrabbiano molto e si offendono.
In classe o nelle attività di gruppo si annoiano velocemente e rischiano di non permettere agli altri di continuare quello che stanno facendo.
Questo non perché sono cattivi o maleducati, ma perché hanno un grande bisogno di attenzione e lo richiedono costantemente e nel modo sbagliato.
Risultato? VENGONO SEMPRE SGRIDATI E MESSI AL CENTRO DELL’ATTENZIONE!
Cosa significa? Che hanno ottenuto il loro obiettivo, usando delle modalità poco intelligenti.
Voglio spiegare questo concetto con un esempio.
Sei al supermercato, tuo figlio vuole un gioco e te lo chiede con insistenza. Tu non vuoi comprarlo, perché stai facendo la tua spesa e non puoi prendere ogni volta un gioco. E ti ripeti “questa volta terrò duro e non cederò”. Quindi, anche perché hai visto il video di Alessandro (clicca qui se ti manca: https://www.youtube.com/watch?v=6_T1W_qPXX0) che dice “NO=NO”, dici con fermezza: NO! Ma…
Lui si fa insistente, il no è come se non l’avesse sentito. Ma tu ripeti “Ti ho detto di no!”. Ma la scena prosegue, tuo figlio inizia a piangere e ad urlare “VOGLIO IL FUCILE SPARA ACQUA!”. Gli occhi di tutto il supermercato sono ormai su di voi, ma tu gli urli “SMETTILA DI URLARE, TUTTI CI GUARDANO!”. A quel punto si rotola per terra, prendendoti per una gamba con una mano e tenendo con l’altra il fucile che si è preso comunque dallo scaffale. A quel punto ti senti anche in colpa e ti vergogni e decidi di dire “Ok, lo prendiamo, basta che la smetti!”.
Dimmi che non hai mai visto o vissuto in prima persona una scena del genere.
Il punto è che in questo modo perdete in due:
- Tu perché perdi completamente l’autorità nei confronti di tuo figlio;
- Tuo figlio perché impara che se si comporta così ottiene quello che vuole SEMPRE.
E’ ovvio che una situazione del genere sia emotivamente molto forte ed è altrettanto chiaro che non è facile mantenere la calma e fare “la cosa giusta” in questi momenti.
Ma, per quanto difficile lo devi fare perché ne va del benessere della vostra vita.
Ricordati che tuo figlio, se si abitua ad ottenere quello che vuole in questo modo, diventerà ancora più ingestibile non solo con te, ma anche con gli altri (scuola, sport, amici, ecc ecc).
Questo esempio è solo uno dei tanti errori che troppo spesso vedo commettere ai genitori.
Ce ne sono ovviamente altri di cui ti voglio parlare:
- MANCANZA DI REGOLE CHIARE: questo impedisce al bambino di sapere quali siano i limiti da non superare e le conseguenze di determinati comportamenti (clicca qui se vuoi leggere il nostro articolo sulle regole: https://www.wladislessia.com/i-bambini-hanno-bisogno-di-regole/). Mi capita un sacco di volte di vedere genitori che si accontentano di sentirsi dire dai figli che hanno capito e che non faranno più quella cosa, ma la realtà non è così. Questo vale soprattutto con i bimbi più piccoli. Devi decidere una conseguenza chiara se una regola viene infranta e tuo figlio deve capire perché quel comportamento era sbagliato, altrimenti è una rincorsa infinita alle punizioni.
- PUNIZIONI DATE IN PREDA ALL’EMOTIVITA’: se tu decidi di dare una punizione frutto dell’emozione del momento non può funzionare. Stai solo alimentando confusione e rabbia sia per te che per lui. Le regole e le conseguenze vanno decise a bocce ferme (se possibile scrivitele su un foglio assieme).
- INCOERENZA: è l’esempio di cui ti ho parlato prima! Quando no, diventa sì!
- ESSERE IPERPROTETTIVI: siccome hai paura che tuo figlio sia criticato o accettato, oppure che tuo figlio faccia delle stupidaggini, ti metti costantemente in mezzo alla sua vita. Conseguenza: farà fatica a crearsi dei rapporti sociali duraturi e potrà avere una costante paura del giudizio degli altri. In più faticherà ad avere senso della misura, proprio perché non è abituato a stare in mezzo agli altri.
- PROVOCARE A TUA VOLTA: questa è prerogativa dei papà! Siccome mio figlio mi provoca, allora io gioco al suo gioco e provoco a mia volta. Tu mi fai i dispetti e allora te li faccio anche io. Peccato che in questo caso gli stai dando attenzioni inutili e perdi totalmente di coerenza. Anche perché parte come un gioco e poi il papà si incazza e inventa una punizione a caso (in vacanza poi ne vedo di tutti i colori).
Possiamo essere assolutamente certi che se metti in atto i comportamenti che ho elencato prima (ne basta anche uno dei 6 in maniera costante) tuo figlio diventerà molto più che ingestibile.
Ma allora cosa puoi fare?
- PAZIENZA: questo è un punto fondamentale! Vedo un sacco di genitori fare gli amiconi e concedere tutto ai ragazzi e poi all’improvviso diventare autoritari e dare punizioni a caso. Il punto è che devi allenarti ad essere paziente e comprendere cosa sta succedendo, se ti accorgi che ti stai arrabbiando tu non può funzionare! Meglio che vai a farti una passeggiata e torni quando ti sei calmato (puoi anche andare in un’altra stanza, non serve fare una maratona in giro per la città).
- RINFORZO POSITIVO: devi assolutamente far notare a tuo figlio le cose positive che fa. Abitualo a rendersi conto di cosa sia in grado di fare. Evita critiche costanti e petulanti.
- COMPRENSIONE DELL’EMOZIONE PROVATA DA TUO FIGLIO: “mi dispiace che sei arrabbiato”, “vedo che questa cosa ti ha fatto innervosire”. Queste frasi sono fondamentali perché tuo figlio si senta COMPRESO. Prima di dare spiegazioni, assicurati che lui sia in grado di ascoltare e che si senta accolto. Ma soprattutto impara a comprendere che non sta facendoti dispetti, ma che sta mandando costanti richieste di aiuto
- METTI IN ATTO UNA CONSEGUENZA DEL COMPORTAMENTO: come ti dicevo, mentre ti parlavo degli errori, le conseguenze non possono essere decise in preda al nervosismo. La conseguenza deve essere decisa a monte e deve essere messa in pratica nel giro di poco tempo, altrimenti perdono senso. Per intenderci se lo minacci a gennaio di non farlo andare in piscina in giugno non può funzionare. Decidi qualcosa tipo “se fai questo, non guardi la TV!” Cose concrete insomma.
- SII UN ESEMPIO: ricorda che tuo figlio ti guarda e osserva ogni tuo comportamento. Se lui è abituato ad urlare e tu urli in risposta non puoi arrabbiarti se anche lui lo fa.
- IGNORA QUANDO CERCA ATTENZIONE A TUTTI I COSTI: non dare importanza quando lui mette in atto la “sceneggiata napoletana”, altrimenti fai il suo gioco. Con questo non significa che devi COSTANTEMENTE ignorare tuo figlio, devi solo dare meno potere a quello che fa quando vuole solo attirare la tua attenzione su di lui.
Ma più di tutto ricordati che tuo figlio è una persona normale e come tutte le persone normali ha solo bisogno di essere compresa e amata.
“I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.” – Antoine de Saint-Exupéry
Alla prossima puntata!