Ci siamo!
La scuola è finita. “Finalmente” potrà dire qualcuno!
Ma per alcuni ragazzi, finirà l’anno scolastico ed inizieranno gli esami: gli esami di terza media, con le amate prove INVALSI e la prima tesina; gli esami di maturità, con tutte le materie e relativa tesina da preparare.
“Aaaaaaaaaaa” potresti dirmi, se hai un figlio che si trova in questo periodo della propria crescita.
La frase più in voga però è
“CHE ANSIA! Questi esami ci fanno un sacco di paura…”
Allora meglio che ti metti a leggere questo articolo, perché, una volta tanto, ho voglia di tranquillizzarti.
Ogni momento di novità è un momento di rottura rispetto a quello che abbiamo sempre fatto.
Ogni volta che facciamo qualcosa di nuovo siamo un po’ spaventati perché non sappiamo quello che ci aspetta. E’ umano, è assolutamente normale.
Io sono un po’ vecchio ed appartengo ad una delle ultime generazioni che hanno fatto gli esami in quinta elementare. Per quanto fossero semplici ognuno di noi doveva:
- Fare una ricerca;
- Fare un approfondimento di Geografia;
- Esporre il tutto.
E mi ricordo ancora che, per quanto fossi bravissimo a scuola al tempo, ho detto un’enormità sul lago di Garda, che mi ricordo ancora ora. “Che caratteristiche ha il lago di Garda?” era la domanda ed io ho iniziato a rispondere correttamente, ma al “sì, vero, ma ce n’è ancora un’altra…” Ed io: “Ah sì e di acqua salata!”
Se ripenso alla faccia della mia maestra Alice, ancora mi vengono i brividi…
Dovevo dire che era di origine glaciale. Più o meno la stessa cosa direi.
In ogni caso, a parte questo episodio non c’era una super tensione, ma ricordo miei amici che erano letteralmente terrorizzati da questo esamino.
Poi sono arrivati gli esami di terza media e la posta si alzava un pochino (non come adesso con le prove INVALSI e tutto il terrorismo che viene collegato ad esse) e quindi il livello d’ansia che mi circondava era superiore rispetto a 3 anni prima.
E poi sono arrivati, 6 anni dopo (sì 6 anni perché ho ripetuto la quarta due volte), gli esami di maturità: la fine del mio percorso a ostacoli fatto al liceo scientifico!
Non serve che ti dica che qui la tensione era notevolmente più alta, le aspettative schiacciavano di più, Luglio era caldissimo (ebbene sì, ero tra gli ultimi ad essere interrogati) e, per quanto fosse più semplice, probabilmente, rispetto all’odierno esame di stato, c’era l’incognita CAMBIO DI MATERIA.
Per chi non lo sapesse o non se lo ricordasse, il giorno prima dell’interrogazione, la commissione poteva scegliere di cambiare la materia! Ovvero se tu ti eri preparato in Storia e Scienze, potevano cambiare Scienze e mettere Italiano o Latino o qualunque altra materia.
Paura ALLUCINANTE! Non capitava quasi mai, ma era il quasi a far salire l’ansia. “E se capitasse proprio a me?”
E poi c’erano i dispensatori gratuiti di ansia e paure: gli amici che erano usciti l’anno prima!
Loro sapevano già il finale e non si capisce per quale gusto sadico, si divertivano a terrorizzare con storie mitologiche sulla difficoltà dell’esame.
Ora non ti voglio annoiare facendoti sapere come sia andata a me e non voglio tediarti con aneddoti particolari, magari ne parleremo in un’altra puntata.
Poi è iniziata l’università, dove, non si capisce come, in un mese si dovevano preparare esami da 1000 pagine. Eppure, ce la si faceva! E si sorrideva pensando a quanto fosse lontana la paura dell’esame di maturità.
Ecco, vorrei portare la tua attenzione su questo:
Ogni volta che arrivi ad una nuova sfida, quella precedente sembra sempre incredibilmente più facile!
Quante volte ti è capitato di dire a qualche tuo amico “Vai tranquillo, è una passeggiata!” magari riferendoti a qualche esperienza che hai già vissuto in prima persona?
Credo una montagna di volte!
Non c’è niente da fare: quando superi una difficoltà, quella difficoltà immediatamente si allontana!
“Ho capito Alessandro, ma mio figlio ha un’ansia terribile pensando all’esame!”
E io lo so perché ha l’ansia, se vuoi te lo dico anche, ma non credo ti faccia un super piacere.
Un ragazzo si ritrova in preda all’ansia quando l’ambiente attorno lo carica di aspettative o semplicemente è un ambiente ansioso!
Quindi in poche parole DIPENDE DA TE!
Sì da te, hai letto bene.
Dipende da te che hai caricato di significati fortissimi il successo scolastico di tuo figlio.
Dipende da te che pensi che quel voto con cui uscirà dall’esame significherà qualcosa.
Dipende da te che ricopri quel momento di gigantesche aspettative.
E se non dipende da te, dipende tantissimo da quanto la scuola ha ricoperto una posizione dominante nelle giornate passate con tuo figlio.
E dipende anche da come gli insegnanti hanno apostrofato (a volte umiliato) tuo figlio.
Ma la misura vera del livello di tensione a cui si arriva in questi giorni è rappresentata dalle prove INVALSI!
Premesso che sono una delle invenzioni più assurde, inutili (dal punto di vista dell’apprendimento), dannose (per le paure che generano) e andrebbero abolite seduta stante, in questo periodo un post su due che trovo nel nostro gruppo W LA DISLESSIA! (gruppo Facebook W LA DISLESSIA!) parla di queste prove.
E la domanda tipicamente è: “Mio figlio è dislessico, mi hanno detto che non potrà usare gli strumenti compensativi, è vero?”
Intanto rispondo una volta per tutte e ti dico che è una balla! Tuo figlio potrà usare tutti gli strumenti che sono previsti nel suo PDP (Piano Didattico Personalizzato) e quindi già su questo stiamo tutti più sereni.
Pensa che, mentre tu ti agiti per queste prove, tuo figlio magari ti vede, assorbe la tua tensione e poi è assolutamente normale che cominci ad agitarsi a sua volta.
Lo so che sono un’enormità, ma ci sono e tu hai il DOVERE di far vivere al meglio questi momenti a tuo figlio. Al meglio che puoi ovviamente.
La realtà è questa ansia nasce dalla considerazione che un genitore ha della scuola.
“Se avrà successo a scuola, allora avrà successo nella vita!”
E allora giù a diventare pesanti e pressanti con i compiti, lo studio e la mania di risultati alti, visti come sinonimo di impegno. Non funziona così! E se l’hai fatto e tuo figlio si ritrova in ansia lo fa perché non ti vuole deludere ed è terrorizzato da quello che puoi pensare di lui.
“Avessi avuto io i miei genitori a darmi una mano come faccio io con te”.
Cosa credi davvero di ottenere con questa frase? Che si impegni di più? Risposta sbagliata!
Quella frase fa nascere un’ansia da prestazione che raggiunge livelli clamorosi. E ottieni esattamente il contrario di quello che avresti voluto ottenere.
Ma ti dirò di più e ti spiego perché tu e tuo figlio andate in ansia.
L’ansia non è altro che la paura di qualcosa che POTREBBE accadere.
E la parola chiave è potrebbe, quindi non è scontato con capiti.
Per intenderci non si può avere ansia di scottarsi se si mette la mano sul fuoco, puoi averne solo paura. Perché se metti la mano sul fuoco ti scotti e basta!
L’ansia invece è una paura subdola. Si manifesta adesso, ma solo se pensi al futuro!
Pensaci un attimo: immagina che l’esame sia già finito e che sarete in pace in spiaggia a prendere il sole, dove c’è spazio per l’ansia? Non può esserci.
L’ansia vi travolge solo se pensate ora a qualche scenario apocalittico, tipo “non si ricorderà le cose, i professori lo criticheranno…” e altre cose intelligenti come queste.
Attenzione, non ti sto dicendo che non capiteranno, ti sto dicendo che se le vivi prima alzi la tensione inutilmente.
I bambini piccoli non sanno nemmeno cosa sia l’ansia, perché vivono il momento presente e basta. Gli adulti invece sono SEMPRE proiettati nel futuro e questo genera ansie, che poi sono rovesciate sui figli.
Non più tardi di un’ora fa, una mamma qui da noi a W LA DISLESSIA!™ era spaventata perché il figlio non aveva finito un esercizio dei compiti per le vacanze (sì lui di sua spontanea volontà ha deciso di iniziare già a fare qualche esercizietto) e aveva paura che lui si potesse poi dimenticare tutto… Quella è ansia! Paura che possa capitare qualcosa in futuro.
Di queste situazioni ha parlato in questo articolo: https://www.wladislessia.com/mamma-ti-voglio-bene-ma-fatti-i-zzi-tuoi/
Quindi se vuoi aiutare tuo figlio in questi giorni di preparazione all’esame fai queste semplici cose:
- Se puoi fatti gli affari tuoi;
- Aiutalo, se serve, a farlo studiare, ma pensando a quello che sta facendo in quel momento, non pensando all’esame;
- Se vedi che ti stai iniziando a caricare di ansia approfitta per farti una passeggiata e possibilmente non aprire bocca;
- Se vedi che tuo figlio è in ansia fagli staccare la spina qualche minuto.
Ma sono anche convinto che risolverai la maggior parte dei problemi pensando che in fondo è solo un esame e che non si parla della vita.
Prima che mi dimentichi, sai perché io ero sempre abbastanza tranquillo agli esami? Perché mia mamma e mio papà non davano alcun peso, almeno di fronte a me, a quei momenti e di questo non finirò mai di ringraziarli.
Quindi invece di pensare a cosa fare, inizia a pensare a cosa NON fare…
Vuoi che tuo figlio la viva più serenamente? Parti da te! E ricorda che gli esami sono un suo compito, non il tuo. 🙂
Ah, una mamma mi ha chiesto tempo fa se fosse intelligente entrare in aula con il figlio durante l’orale all’esame di terza media, serve che ti dica cosa le ho risposto?
“L’ansia è come una sedia a dondolo: sei sempre in movimento, ma non avanzi di un passo.” – Jodi Picoult
A presto!