Oggi ti parlo di Giorgia, una ragazza che abbiamo seguito in W LA DISLESSIA! per 5 anni. Una ragazza che abbiamo accompagnato fino al diploma. In tutti i sensi, perché io e Paola siamo entrati anche in aula con lei durante la discussione della tesina e la successiva interrogazione.
Poi qualche tempo fa ho deciso di dedicarci un’ora chiacchierando di tutta la sua esperienza scolastica, partendo dalle elementari e arrivando fino al diploma. Il quadro che è emerso direi che è molto emozionante e interessante, così abbiamo assieme deciso di condividerlo.
Faccio una piccola premessa: Giorgia è nata precoce, 7 mesi, e molto debole e ha avuto subito un’emorragia cerebrale che le ha danneggiato la parte sinistra del cervello e la sfera del cammino generando una “emiparesi spastica agli arti inferiori”.
In poche parole per camminare ha bisogno di una stampella costantemente, anche se più volte le hanno fatto credere che non avrebbe mai camminato. Ma poi si parla di Giorgia e quindi ha deciso di non ascoltarli.. E cammina!
E cammina anche con il sostegno in tutti i sensi della sua famiglia, che conosciamo bene e si fa in 4 per lei. A volte anche troppo…
Da sempre le dico che è incredibile che lei non sia in ansia per il suo stato fisico, ma si sia letteralmente macerata durante il percorso scolastico, così ho deciso di farmi raccontare la sua storia.
<<Le elementari sono state molto difficili perché vedevo gli altri veloci e io non riuscivo ad andarci dietro, io avevo il sostegno e faticavo ad accettare la cosa perché avevo sempre qualcuno attorno e il peso era insostenibile.>>
Già qui si può notare come i ragazzi e tutto il sistema scuola debbano prepararsi e preparare i ragazzi ad accettare situazioni diverse dal “normale”.
Ne hanno parlato i nostri ragazzi in questo articolo: https://www.wladislessia.com/questi-dislessici-non-sono-mika-normali/
E come ha fatto ad accettare questa situazione Giorgia?
<<Ho deciso di accettare il fatto che la situazione era quella e non la potevo cambiare, ma dovevo fare una cosa diversa. Ahimè, purtroppo, fin da subito ho detestato la scuola perché dovevo stare almeno 3 ore a fare compiti e a fare rinunce che non avrei voluto fare.>>
Pensa che bello vivere un calvario di questo genere solo per fare i compiti..
<<Sono arrivata in prima media e nessuno sapeva qualcosa di me e del mio vissuto, non mi trattavano con i giusti accorgimenti, mi riempivano di compiti e interrogazioni che io non riuscivo a sostenere, nonostante il sostegno. Dalle elementari sembrava non avessero nemmeno accennato agli insegnanti quale fosse la mia situazione…>>
E già qui ti girano perché ti chiedi: “Ma come cavolo si fa a non passare una minima comunicazione dopo che hai passato con una bambina 5 anni della sua e della tua vita? E’ un parcheggio la scuola?”. Io credo che questa non comunicazione stia creando dei danni clamorosi e continuerà a farne!
Ma come in tutte le “belle” storie non poteva finire qui.
<<In prima media ho fatto un esaurimento nervoso perché la situazione era insostenibile, sempre più cose che non riuscivo a fare e un insegnante di sostegno che mi dava contro.>>
Direi soluzione ottimale: sei l’insegnante di sostegno e chi caspita stai sostenendo???
Poi capisci perché i ragazzi accumulino sfiducia nelle persone!
<<Non volevo più andare a scuola e sono stata per una settimana completamente assente. Poi quando ho ricominciato a seguire le lezioni ero lì fisicamente, ma completamente da un’altra parte con la testa.>>
E allora qui inizia un altro aspetto che accomuna tantissimi ragazzi: la voglia di dare aiuto delle famiglie. Intento sempre lodevole, con effetti alterni.
<<I miei genitori per “aiutarmi” facevano i compiti con me e mi costringevano a non alzarmi fino a che non fossero finiti e questo mi faceva ancora più male.>>
Attenzione che qui non criminalizziamo nessuno, anzi conosco mamma e papà e le trovo persone meravigliose, forse solamente molto spaventate.
E allora, come ogni persona che si sente imprigionata, ecco che anche Giorgia ha trovato una scappatoia per soffrire meno.
<<A quel punto ho cominciato a chiamare in giro e a cercare biglietti per gli USA per scappare da questa situazione, era un periodo in cui quasi deliravo e non mi rendevo conto di cosa mi capitasse. Avevo solo in mente l’idea di andarmene per trovare una strada diversa.
La situazione è cambiata solo quando è cambiato l’insegnante di sostegno che davvero mi ha sostenuta e mi ha permesso di avere difficoltà, ma di affrontarle in maniera migliore.>>
Poi Giorgia si è avviata alla conclusione di quel percorso scolastico e ha superato gli esami di terza media con la media dell’8, quando negli anni precedenti il 6 con rimbrotti era il massimo a cui poteva ambire. Guarda caso ha ricevuto fiducia e ha risposto con risultati, senza studiare di più, ma con più serenità! Non l’avrei mai detto…
<< Quando si è avvicinato il periodo degli esami di terza sono anche migliorata tantissimo con i voti e sono riuscita ad uscire con l’8. Fino agli anni precedenti 6 era il massimo.
Poi è arrivato il momento di scegliere le scuole superiori e, come tutti i ragazzi, la scelta doveva essere la più ragionata possibile:
- Una scuola che avesse esperienza con ragazzi in difficoltà;
- Volevo vedere i miei interessi rispettati;
- Scuola vicina a casa per non pesare sulla famiglia (tema caldo per Giorgia quello di non essere un peso);
- Possibili sbocchi lavorativi.
Inizialmente, infatti, l’idea era quella di lavorare in un’agenzia turistica per poter viaggiare molto, ma poi le cose sono cambiate. >>
<<Il primo anno fino a dicembre andava tutto benissimo, ma poi la situazione è cambiata.
Ho capito che non era la scuola che immaginavo perché in realtà le materie erano lontane dai miei desideri e poi perché è iniziata ad arrivarmi una grandissima ansia per i risultati e per i compiti in classe.>>
E da lì è iniziato un calvario emotivo di 5 anni.
<<Per fortuna già il primo anno ho conosciuto delle persone che mi hanno aiutata e grazie a loro sono riuscita a sopravvivere. Avevo qualcuno con cui parlare e confrontarmi e potevo finalmente crescere senza sentirmi costantemente giudicata per quello che dicevo. A scuola mi sentivo costantemente sotto pressione, mentre con i ragazzi di W LA DISLESSIA! sentivo che ero capita per quella che sono. I compiti erano un aspetto secondario, perché mi sentivo valorizzata come persona. In questo percorso mi sono sentita via via meglio e, anche se faticosamente, sono migliorata e cresciuta nella gestione del mio stato d’animo.>>
Ma andiamo a vedere cosa faceva la scuola nel frattempo.
<<Ogni anno insistevano per farmi passare al programma differenziato, qualche volta ho vacillato, ma grazie a Paola e Alessandro ho sempre desistito dall’idea. >>
<<Di fondo i miei tutor non hanno fatto cose eclatanti, se non farmi semplicemente credere in me stessa!>>
<<E non ho mollato! Sono arrivata all’esame facendo le cose che facevano gli altri, ovviamente con il sostegno, ma facendo quello che facevano gli altri! Per me era una grande soddisfazione, anche se è stata una faticaccia!!>>
Nota bene che il programma differenziato non garantisce un diploma e non concede a un ragazzo di andare all’università. Io non mi trovo d’accordo sul privare i ragazzi della possibilità di scegliere, infatti ogni volta le ho detto: “Se non vai all’università, lo devi scegliere tu, visto che le possibilità le hai.”
E alla fine la nostra Giorgina è finalmente arrivata a fare l’orale della maturità (esame di stato si chiama ora) e in pochi minuti le sono passati davanti 13 anni durissimi, ma in cui può dire di non aver mollato!
<<Ho discusso la mia tesina con calma, ho risposto a tutte le domande e, anche se l’ansia mi divorava dentro, non l’ho fatta uscire, ma l’ho gestita. Solo qualche anno fa non ci sarei riuscita! Ovviamente prima ero terrorizzata, ma poi è andata!!!>>
Alcuni insegnanti a dire il vero sono stati proprio squisiti nel parlare con lei, li ho visti sinceramente interessati a lei, è stato proprio bello!
E alla fine, noi lo sapevamo e anche lei (anche se non lo ammetterà mai), le cose sono andate benissimo. Eravamo pieni di orgoglio nel vedere una ragazza che ha passato tante difficoltà, essere così loquace, brava e determinata. È stata un’esperienza splendida vedere il coronamento di anni di duro lavoro, concludersi così.
E tu? Quante volte ti è capitato di mollare? E quante altre volte hai invece scelto di tenere duro?
Quante volte ti capita di sentirti come Giorgia?
E magari hai visto le difficoltà che ti si sono presentate come un grande stimolo a crescere!
E poi ci sono state persone che ti hanno fatto lo sgambetto e altre ti hanno aiutato, ma la cosa bella è che entrambe le categorie in qualche modo ti hanno dato uno stimolo a migliorare. Perché poi la crescita è così: una bella faticaccia!!! Ma ne vale tantissimo la pena!!!
Vedere praticamente ogni giorno Giorgia patire per la scuola per me era una gigantesca contraddizione perché le sfide più grandi le viveva tutti i giorni con le sue notevoli difficoltà fisiche! Ma quelle le gestiva alla grande, l’ansia della scuola no. Quindi quante “sgridate” le abbiamo dato quando andava in ansia per due esercizi in croce. Eppure lei con un sorriso ci ascoltava, anche se faceva finta di non farlo.
Quante volte un “Non sei in grado” ti ha fatto spegnere un sogno? Beh io ogni volta che vedo Giorgia glielo dico: “tu sei un esempio!”. Lei mi dice di no, ma in fondo lo sa che è così!
E ora può spiccare il volo, con il suo incedere particolare, ma che noi amiamo tanto!
Grazie di cuore Giorgina per quello che ogni giorno ci hai donato e ci donerai ancora.
“Un giorno realizzerai che c’è una ragione per ogni persona che hai incontrato. Qualcuno ti metterà alla prova, qualcun altro ti userà e qualcun altro ti insegnerà qualcosa e… qualcuno ti aiuterà a tirare fuori il meglio di te.” cit.
A presto!