COMPITI PER CASA: DAMMI UNA RAGIONE PER SOFFRIRE!

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L’articolo di oggi è dedicato a tutte le famiglie, sia a chi ha figli dislessici, sia a chi ha figli che hanno poca voglia di studiare (giusto per fare degli esempi).

In generale credo sia utile per tutti!

Cosa possono fare i genitori per far si che i ragazzi facciano i compiti? Che strategie usare per renderli autonomi? Cosa fare per non farli sentire oppressi?

Frase d’ordinanza in uso in tutte le famiglie nel ventunesimo secolo: “Ciao, come è andata a scuola?”. E attaccata a quella frase ci sono una serie di implicazioni psicologiche non indifferenti. In quella semplice e banale frase risiedono la maggior parte delle problematiche che insorgono nella relazione tra genitori e figli. E’ come se all’improvviso l’unica forma di “rispetto” o legame che intercorre diventasse il risultato scolastico.

Per ogni figlio, opinioni, pareri, giudizi dei genitori ricoprono un ruolo fondamentale, tanto è vero che cercano costantemente il loro riconoscimento e vogliono, almeno quando sono più piccoli, evitare quanto più possibile di arrecar loro delusioni.

In questo modo, pare evidente che la motivazione scolastica possa dipendere molto dalle aspettative di mamma e papà. Che lo si faccia in maniera intenzionale o che lo si faccia in maniera automatica o inconsapevole, ogni genitore esprime sempre le proprie aspettative riguardo i figli (basta anche una semplice espressione del viso di fronte alla pagella).

Queste aspettative modificano a un livello profondo la motivazione e l’autonomia del ragazzo e l’ambito familiare risulta l’ambiente in cui principalmente emergono gli stimoli a imparare.

A questo proposito è importante notare che è impossibile vivere in totale assenza di aspettative, ma bisogna stare molto attenti a non generare aspettative troppo alte, che possono creare forte delusione in voi, oppure troppo basse, le quali limitano il potenziale del ragazzo.

Per vivere al meglio la crescita di vostro figlio trovo sia molto produttivo ridefinire le vostre priorità, ovvero togliere dalla cima della lista il suo successo scolastico. In fondo ognuno di voi credo desideri solo la felicità del proprio ragazzo e credo anche che sappiate che non esiste nessun legame diretto tra successo scolastico e riuscita nella vita. Anzi spesso nel mondo del lavoro vengono cercate caratteristiche quali perseveranza, leadership, creatività e determinazione, che non vengono direttamente insegnate a scuola.

Ma allora cosa fare?

EVITA LE SCUSE! Sempre più spesso i genitori dissimulano le difficoltà dei figli, magari mettendosi sulla difensiva e creando delle scuse alle quali poi i ragazzi si attaccano.

Uno dei problemi di questi anni diventa quindi la difficoltà di cooperazione tra famiglie e istituto scolastico. Frasi come “Il professore non spiega bene”, “E’ colpa dell’insegnante”, ecc ecc, aiuteranno solo tuo figlio a non assumersi le responsabilità di quello che fa.

Fai attenzione, non sto dicendo che la scuola non abbia responsabilità, anzi anche gli insegnanti e gli educatori dovrebbero fare un costante lavoro di autoanalisi per capire in che direzione sta procedendo l’evoluzione degli studenti, ma criticare apertamente l’operato degli enti scolastici di fronte ai figli non crea un grande risultato. Cerca di far capire ai ragazzi il rispetto per i ruoli, fai loro capire che anche un insegnante può sbagliare, ma, soprattutto, aiutali a capire quale sia il loro ruolo in quello che accade.

VALORIZZA L’APPRENDIMENTO! Fai capire a tuo figlio quanto sia importante imparare cose nuove. Senza dirlo troppe volte!! Piuttosto dedica del tempo delle tue giornate a imparare, a leggere, a formarti. I tuoi figli imparano dal tuo esempio e più ti vedono coerente e più ti vogliono imitare.

ALLENALO A FARE DA SOLO! Evita di sostituirvi a lui, allenalo a fare i compiti in autonomia e, quando lo aiuti, fai in modo di essere un supporto e non il braccio delle sue azioni. Per intenderci NON FARE I COMPITI AL POSTO SUO per paura delle conseguenze.

Spesso la paura del giudizio è più delle famiglie che dei ragazzi! Spesso sono mamma e papà a dirsi “chissà cosa ne penseranno gli altri noi se nostro figlio…” e questo genera in tutta la famiglia un’ansia da prestazione elevatissima.

Tuo figlio non è solo uno studente, tuo figlio ha un sacco di qualità.

Non permettere a una parte della loro vita, seppure molto importante come la scuola, di manovrare le vostre esistenze e il pensiero hai di lui.

Troppo spesso vedo bambini fare i compiti perché costretti da mamma e papà, ma ricordate, come detto nelle puntate precedenti, che l’essere troppo autoritari, oltre a incrinare i rapporti in famiglia, crea dei profondi problemi di motivazione.

Spesso infatti il genitore troppo autoritario è fin troppo legato al suo desiderio di risultati e lega i suoi desideri a tutto questo. Tuttavia pretendere una cieca obbedienza da parte dei figli o punire in maniera forte in caso di insuccesso o non conformità alle regole prestabilite (spesso concepite solo nella vostra testa e non rese palesi), crea un unico risultato: insoddisfazione nel ragazzo e perenne frustrazione in famiglia. E la cosa ancora più devastante è che non produce alcun cambiamento positivo sulla motivazione a scuola: il ragazzo farà le cose solo per evitare la punizione e non perché davvero lo sceglie.

Quindi allenalo anche a capire che sbagliare fa parte del percorso e allena anche te stesso a sbagliare e ad accettare che a volte le cose non vanno esattamente come vogliamo.

Ne parlo tutti i giorni assieme a tanti genitori, anche all’interno del nostro gruppo W LA DISLESSIA, dove puoi trovare altre informazioni interessanti per te (https://www.facebook.com/groups/721839084626445/)

Se vuoi invece essere sempre aggiornato con dei video sul tema dislessia e scuola, vieni sul nostro canale YouTube iscrivendoti gratuitamente a questo link: https://www.youtube.com/c/WLADISLESSIA.

Devi essere uno strumento di sostegno, rinforza quello che fa bene e aiutalo a capire dagli errori che sicuramente farà. E soprattutto, per quanto difficile, accetta il fatto che la scuola è una sua attività, non la tua.

Se farai questo in automatico riuscirai a togliere buona parte dell’ansia da prestazione che vive, perché inizierà a fare le cose per se stesso e non per vedere felici mamma e papà.

“Per favore, lasciami riflettere, sbagliare e provare la soddisfazione di riuscire. Allora avrò voglia di ricominciare ancora e ancora, anche se è dura. Non avere paura, dammi fiducia, ammetti che funziono in un modo diverso da te e che posso arrivarci alla mia maniera: Restami vicino lo stesso, incoraggiami, sostienimi quando le cose sono troppo difficili. Ho solo bisogno di una guida che mi accompagni lungo il mio cammino”  Jean Siaud-Facchin

A presto

Alessandro

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